EFTA-SIPPR NAPOLI 2019 11-14 SETTEMBRE
IL VISIBILE E L’INVISIBILE: I CONFINI DEL CAMBIAMENTO IN TERAPIA FAMILIARE SISTEMICA
“COLORS NO WORDS”
FALCIATORE A.*, CINICOLO G.*, LUONGO G.**, RUSSO A**, VAIA C.**.
*CARAXE, CENTRO DI PSICOTERAPIA E PSICOLOGIA TERRITORIALE
** SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN PSICOTERAPIA SISTEMICA E RELAZIONALE AD ORIENTAMENTO COMUNITARIO
Il Centro Caraxe, da ottobre 2018 a settembre 2019, ha avviato il progetto “Colors no words”, co-finanziato dalla Chiesa Valdese (Fondi Otto per Mille), in partenariato con quattro strutture residenziali di affido per minori del territorio campano e con Nostos, centro di psicopedagogia integrale. In una logica di progettazione partecipata si è costituita una rete di ascolto dei bisogni affettivi e relazionali utilizzando con i bambini (5/13 anni) il laboratorio espressivo del Centro Caraxe e con gli educatori un laboratorio di osservazione sistemica.
CORNICE TEORICA
Modello di Educazione Creatrice di Arno Stern: il Closlieu è un laboratorio in cui il bambino segue esclusivamente la propria espressione. L’immagine, che nasce spontanea, rappresenta la personale traccia intesa come manifestazione del proprio mondo interiore. La traccia è lontana dall’arte in quanto manifestazione naturale che esclude destinatari. Nasce da una memoria organica ed è inesauribile. Procura piacere se liberata da pregiudizi ed abitudini condizionanti. Il dipinto che emerge è un “non-colore” una “non-forma”, una “non opera”. Non ha fini comunicativi ma espressivi. L’espressione è una pressione dall’interno all’esterno, libera dall’influenza degli altri e dall’intenzione di comunicare e rappresentare.
Modello sistemico-relazionale ad orientamento comunitario:L’individuo è una “complessità” organizzata in collegamento con i suoi sistemi di riferimento (approccio ecologico). Il contesto dell’intervento ( laboratorio, gruppo di progettazione, gruppo di supervisione) e la comunità sociale sono sistemi interdipendenti ed in continua evoluzione. L’operatore è un soggetto sociale portatore di una propria cultura e sensibilità nello svolgimento della sua attività e nella relazione con la comunità (lavoro di rete e progettazione partecipata ). L’osservazione sistemica guarda all’individuo in relazione alla sua storia familiare e al suo intreccio di relazioni. La famiglia è un sistema emozionale con regole, princìpi e forze che influenzano lo sviluppo dei membri in una prospettiva tri-generazionale. La formazione dell’operatore mira ad una progressiva abilità ad interconnettere i molteplici livelli di osservazione (il sistema- individuo ed i contesti nei quali è inserito). Prevede un Apprendimento esperienziale nella pratica del praticien (per gli specializzandi alla scuola di specializzazione in psicoterapia), nell’osservazione relazionale, nel gruppo di confronto ed intervisione. Comporta lo sviluppo di una visione aerea ed una contemporanea attenzione a sé e all’altro in un contesto gruppale.
METODOLOGIA E STRUMENTI
Empowerment di comunità: la progettazione partecipata tra potenziamento personale e creazione di una comunità competente attiva la partecipazione ed il confronto.
Il gruppo, presente in ogni fase dell’intervento: il gruppo multidisciplinare di progettazione, il gruppo nel laboratorio espressivo, il gruppo di osservazione relazionale.
Il laboratorio: sintesi di spazialità materiale e di un atteggiamento mentale, contesto fisico e simbolico che rinvia ad un “lavoro esperienziale”.
Il praticien: psicologo al servizio del bambino, non interpreta i disegni, si occupa delle esigenze del bambino, non trasmette conoscenze, facilita l’incontro con la diversità (anagrafica, familiare, culturale…) e l’accoglienza di tutte le emozioni in circolo.
Griglie di osservazione: strumenti di auto-riflessione, orientano il focus attentivo sul processo creativo ed allenano la contemporanea attenzione a sé e all’altro.
ATTIVITÀ E OBIETTIVI
- LABORATORIO ESPRESSIVO: spazio protetto in cui i bambini, in gruppo, possono dipingere liberamente un’ora a settimana per un minimo di tre mesi. Al centro di una stanza dedicata esclusivamente a quest’attività c’è una tavolozza di 14 acquerelli, lunga 2 m, larga 20 cm e alta 70 cm. e per ogni colore ci sono due pennelli di diverse dimensioni. Come per ogni gioco, nel laboratorio è fondamentale il rispetto di regole (rituali) e tutti i disegni sono conservati al suo interno. Sempre presente è l’invito a sospendere i giudizi e a recuperare il piacere nel gioco del dipingere. Nel laboratorio il bambino utilizza il corpo attivamente come canale espressivo del mondo emotivo, sperimenta la giusta distanza dalle proprie immagini interne ed esterne, individua se stesso ed il proprio posto nella rete di relazioni che si creano nel gruppo che viene vissuto come contesto relazionale facilitativo e contenitivo.
- LABORATORIO DI OSSERVAZIONE SISTEMICA E SUPERVISIONE: percorso rivolto agli educatori i quali condividono un’esperienza di progettazione partecipata, approfondiscono strumenti di osservazione relazionale con indicatori specifici, sperimentano un percorso di scoperta (colleghi e professionisti diversi, nuovi contesti e opportunità educative, nuovi linguaggi espressivi, nuove chiavi di comprensione dei singoli bambini) e allenano la contemporanea attenzione a sé e all’altro nella pratica educativa.
- I percorsi laboratoriali sono condotti da una coppia di psicologi psicoterapeuti ad orientamento sistemico e prevedono la presenza di uno specializzando in psicoterapia sistemico-relazionale ad orientamento comunitario.
CONCLUSIONI
- Proponendo il setting laboratoriale si è raggiunta un’utenza diversificata sperimentando un sistema sociale più ampio: educatori e bambini provenienti da diverse strutture residenziali.
- Si è evidenziata la qualità delle relazioni nello specifico legame di affidamento residenziale. Sono emersi bisogni di appartenenza, di radicamento, di doppia lealtà, di ricerca delle origini, di gioco.
- Educatori e bambini si sono incontrati su piani diversi da quelli sollecitati dagli iter giudiziari che li vedevano coinvolti. Il laboratorio ha rappresentato lo spazio esperienziale di ascolto non verbalizzato in cui ognuno ha contattato la propria realtà interna con i relativi contenuti emotivi. Condividere ogni fase del percorso con gli educatori “osservatori-partecipanti” ha suggerito nuove modalità di approccio al mondo interno del bambino e chiavi di lettura multidisciplinari per progettare azioni educative sistemiche.
- Gli osservatori hanno condiviso l’esperienza con le proprie realtà comunitarie divenendo una risorsa cui attingere durante gli incontri di monitoraggio con le rispettive equipes di lavoro . I partecipanti (bambini, educatori e psicologi) hanno messo in campo operazioni complesse quali: non interpretare e facilitare il processo creativo-accogliere le emozioni nella loro espressione non verbale -mantenere l’attenzione sul gruppo come contesto di appartenenza ed individuazione.
BIBLIOGRAFIA
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Bowen, M. (1979) Dalla famiglia all’individuo. La differenziazione del sé nel sistema familiare. Roma, Astrolabio
Francescato D., Leone L., Traversi M. (1993), “Oltre la psicoterapia, Percorsi innovativi di psicologia di comunita”, Edizione Carocci
Stern A. (1997), “La Traccia naturale”, Luni Editrice, Milano
Stern A. (1999), “Il Closlieu”, Moretti e Vitali Editori, Bergamo
Stern A. (2012), “Felice come un bambino che dipinge”, Edizioni Uroboros, Milano
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