Confrontando la produzione di ciascuno, Stern riscontrò l’esistenza di una personalissima traccia pittorica che emergeva nel tempo e che connotava la personalità di ognuno. Inoltre l’atto del dipingere in modo creativo permetteva ai piccoli di poter gradualmente riconoscere il proprio tratto identitario e mantenere una percezione di sé solida anche in contesti particolarmente destrutturanti. Stern, inoltre, aveva colto che il confronto con il proprio percorso grafico stimola nella persona l’espressione ed il riconoscimento dei vissuti emotivi ed una maggiore padronanza di sé.
Il laboratorio espressivo è uno spazio protetto all’interno del quale bambini e ragazzi possono esprimere liberamente la propria personalità in modo creativo, attraverso l’uso della pittura. Questo progetto vuole proporsi come risposta alla crescente standardizzazione dei ragazzi, all’identificazione con il gruppo, avente troppo spesso come conseguenza il soffocamento della individualità come identità unica ed irripetibile. Spesso il bambino è inserito fin dalla scuola materna in attività programmate dagli adulti e dal contesto sociale. Anche i disegni sono spesso a tema ed il piccolo deve rispondere a consegne esterne che ne condizionano la libera espressione. Anche il tempo libero è spesso “standardizzato” da video giochi, computer, televisione etc. con relativi problemi di dipendenza e distacco dalla realtà. Assistiamo ad un’allarmante “pigrizia” insieme ad un forte disinteresse per la realtà interna ed esterna, con una conseguente deviazione dell’area della volontà in sfoghi di aggressività, distruttività e negazione.
Questi nuovi “videodipendenti” , troveranno nell’attività pittorica, il mezzo ideale per migliorare la conoscenza di sé, ripristinare un sano rapporto con la realtà e con gli altri, e ritrovare la propria identità ed autonomia. Attraverso il gesto libero e creatore il bambino può sperimentare un uso attivo dell’immaginazione ed acquisire una visione più ampia del proprio mondo intrapsichico e relazionale. Si sostiene così la capacità di considerare eventi e problemi da più punti di vista per trovare il modo più appropriato di esprimere, riconoscere e soddisfare i propri bisogni. Attraverso l’espressione pittorica si motiva il bambino e l’adolescente a risvegliare l’interesse per il “fare” non schiacciando tasti, ma creando, “sporcandosi le mani”, usando il corpo attivamente come canale espressivo del mondo emotivo.
Questa esperienza coincide con il dipingere, imprimere su un foglio la propria traccia, sentirsi e provare emozioni nella libera espressione di sé… È anche un percorso emotivo che fa sperimentare emozioni diverse. Da un iniziale imbarazzo, diffidenza, inadeguatezza si arriva alla gioia, serenità, fiducia. E con la fiducia cadono le difese, sparisce la paura. Si aiuta così la persona a riappropriarsi dell’autostima e fiducia in sé in periodi di difficoltà, depressione, separazione. Quest’esperienza viene fatta all’interno di un gruppo ed il bambino è chiamato gradualmente a lasciarsi andare attraverso il disegno libero, ad ascoltare e valorizzare i propri tempi e quelli degli altri, a sospendere il giudizio sulla propria ed altrui produzione.
L’arte pittorica quindi, trova applicazione nel campo della prevenzione, del sostegno alla crescita anche in particolari fasi critiche dello sviluppo dell’individuo. Il lavoro creativo e la possibilità di canalizzare l’esperienza con il gioco, dà modo di costruire un ponte tra interno ed esterno, tra consapevolezza ed inconscio. Il lavoro attraverso l’arte, consente al soggetto di vivere ed esprimere il proprio spazio interiore e contemporaneamente permette di far affiorare alcuni nodi conflittuali senza dover necessariamente viverne le conseguenze spiacevoli.